DINO
Sono Dino Lanzaretti, vivo un po' per il mondo e un po' a Schio. Ho trascorso buona parte
dei miei 32 anni viaggiando in alcuni dei luoghi più remoti e affascinanti del pianeta. Ho
vagabondato in lungo e in largo, scalato montagne e attraversato deserti in bici; ho vissuto
esperienze incredibili e avventure al limite della sopravvivenza.
Oggi non ho più l'ambizione di confrontarmi da solo con la natura più selvaggia o di sfidare
i limiti del mio fisico e della mia mente; credo infatti di esserci già arrivato pericolosamente
troppo vicino durante il mio ultimo viaggio in Tibet.
Voglio invece imparare a condividere tutto ciò che si apprende viaggiando. Per questo
proverò a pedalare con Simone fino all'altra parte del mondo, unendo i miei occhi e la mia
esperienza alla sua forza di volontà e all'energia delle sue gambe.
Perdermi per il mondo è una delle cose che mi riescono meglio.
Viaggio in solitaria da diversi anni nei modi più strani verso paesi antichi e misteriosi. Ho
scelto di viaggiare in assoluta libertà, decidendo giorno per giorno la mia rotta senza mai
stabilire una meta finale che mi possa distogliere dal vivere il presente. Spesso infatti la
bramosia di arrivare in un punto ben definito si può trasformare in un'angoscia che offusca
i sensi e non permette di assaporare le bellezze che ogni giorno s'incontrano viaggiando.
Andare senza meta per il mondo mi dà la possibilità di non essere soggetto a vincoli di
tempo o di spazio, di sentirmi padrone della mia vita in ogni momento, di approfondire un
incontro o di contemplare un paesaggio.
In poche parole mi sento libero di nutrire il mio puro e viscerale istinto di conoscenza.
INDIA E NEPAL (2003-2004)
Indubbiamente il luogo ideale dove rinascere e scrollarsi di dosso la pesante
"occidentalità" che ci distoglie dal senso più profondo della nostra esistenza.
Dopo gli obbligatori itinerari turistici mi sono spinto al Nord verso l'Himalaya per poi
proseguire il mio viaggio lungo tutta la costa fino all'estremo sud del continente.
Da esploratore anche dell'anima ho voluto toccare con mano tutte le realtà di questo
incredibile paese andando a scovare gli "illuminati" e i vari santoni, per interrogarli sulle
infinite questioni dell'essere.
Poi, ricco di domande, più di prima, mi sono addentrato per le vallate del Nepal
cimentandomi da solo nei trekking dell'Everest e dell'Anapurna e trascorrendo più di un
mese immerso tra i paesaggi più belli al mondo.
ALPINISMO IN SUD AMERICA
(2004-2005)
L'amore per la montagna e la sete d'avventura hanno trovato il terreno ideale sulle cime
del Perù, dove ho scalato alcuni "facili" seimila in preparazione alle cime più alte delle
Americhe. In Argentina ho affrontato l'Aconcagua di 6986 m e in Cile l'Ohos del salado di
6890 m. In Patagonia ho attraversato tutto lo Hielo Continental per poi finire di nuovo in
Cile per il lungo trekking delle Torres del Paine. Mi sono spinto quindi nei deserti boliviani e
nelle regioni più isolate delle Ande, innamorandomi della affascinante gente che le
abitano. Tutto questo in un emozionante contesto di viaggiatore squattrinato, ma ricco di
tempo e fantasia.
INDOCINA IN BICI (2005-2006)
Sono partito senza una meta ben precisa né molti soldi in tasca; ho pedalato lungo le
strade dell'Asia alla scoperta di luoghi che nemmeno immaginavo esistessero. Sono stato
in Tailandia, Laos, Vietnam, Cambogia e Mianmar superando le frontiere nei modi più
rocamboleschi.
Il fascino dell'Oriente, unito alla lentezza della bicicletta, mi hanno dato la possibilità di
assaporare ogni istante e ogni metro di questo meraviglioso viaggio.
TUTTO IL TIBET IN BICI
(2007-2008)
Ho attraversato il solitaria tutto il Tibet da est ad ovest percorrendo la strada più alta e
isolata al mondo. Sono entrato via terra eludendo i controlli e rimanendo nell'ombra per
tutti i 6000 km superando i numerosi posti di blocco la notte, per non essere scoperto.
Viaggiare in clandestinità mi ha dato l'opportunità di poter muovermi in ogni dove
scoprendo il vero Tibet e il suo saggio popolo. è proprio grazie alla loro ospitalità che sono
sopravvissuto alla fame e alla fatica a tratti disumana. Sotto le loro tende ho trovato
ricovero e sorrisi sinceri indispensabili per ritrovare le forze dopo mesi di assoluta
solitudine sugli altopiani deserti oltre i 5000 m.
Al momento, sono l'unico italiano che è riuscito a percorrere questa rotta.